Amarcord Azzurro: i Mondiali del 1987

Amarcord Azzurro: i Mondiali del 1987

In occasione dei Mondiali di 1a Divisione Gruppo A ospitati dalla FISG a Bolzano, ripercorriamo gli avvenimenti delle precedenti rassegne iridate disputate in Italia.

La Federazione ottenne l’organizzazione dei Mondiali Gruppo B superando la concorrenza di Polonia, Jugoslavia e Norvegia, la sede prescelta fu quella di Alba di Canazei con il nuovo impianto intitolato all’ex Presidente della società fassana Gianmario Scola. Giocarsi la qualificazione olimpica in casa era un vantaggio da sfruttare:

“L’assegnazione all’Italia di questi Mondiali, nell’anno che precede i giochi olimpici di Calgary – affermò il Presidente della Federghiaccio, Luciano Rimoldi – è stato un indiscutibile successo, un successo che si accompagna alla crescita di interesse attorno all’hockey su ghiaccio nel nostro Paese”.

I dirigenti federali optarono per il cambio di allenatore e dopo una lunga ricerca a novembre venne proposto tra gli altri, Brian Lefley; la sua nomina fu dettata da un retroscena avvenuto a inizio stagione: durante la lunga trasferta in Cina, dove gli Azzurri disputarono quattro incontri, ottenendo altrettante vittorie (3-0; 6-2; 4-3; 3-2), il nuovo Direttore Tecnico svizzero Rudolf Killias, voluto dal vice Presidente Inderst in qualità di coordinatore di tutte le Nazionali, riformò i criteri di allenamenti ai concetti europei; tutto ciò fece storcere il naso agli oriundi che mal si adattavano ai suoi schemi. Recepito il messaggio il Presidente Rimoldi provvide alla scelta di un coach canadese. Il nuovo allenatore fece il suo esordio a dicembre affrontando la Nazionale Olimpica canadese guidata dall’ex Dave Chambers, il doppio incontro si concluse con due risultati ad appannaggio degli ospiti (10-6 e 9-1), ma due mesi più tardi, firmato un contratto con il Düsseldorf dovette rinunciare alla panchina azzurra, ma si parlò all’epoca anche di un mancato accordo. Il Commissario Tecnico Biasi valutò diverse opzioni, i nomi circolanti erano quelli del coach dell’Asiago Gary Davidson, quello del Varese Bill Purcell, quello del Bolzano Ron Chipperfield,  Ivany o Chambers; alla fine la spuntò quest’ultimo  che si accordò con la Federazione di raggiungere la Nazionale al termine del campionato canadese della York University, da lui guidata. Nel frattempo gli Azzurri vennero allenati da Direttore Tecnico Killias  e l’assistant coach Alberto Da Rin; questa scelta generò polemiche: si sostenne che il coach federale, in questo modo, avrebbe avuto poco tempo per preparare la squadra. Le amichevoli premondiali si aprirono con la Francia: nella prima partita vinta 3-1, Crepaz di fratturò il mignolo della mano sinistra e dovette abbandonare il ritiro, il pusterese si aggiunse al bolzanino Michael Mair, che, convocato, non poté raggiungere il ritiro a causa della lussazione ad una spalla. Nella seconda gara i francesi si presero la rivincita superando l’Italia 4-3. Nel frattempo dal Canada non giungevano notizie rassicuranti, la partenza di Chambers subì un ulteriore ritardo, i giocatori proseguirono il programma fissato dalla FISG incontrando la Cecoslovacchia B, che era composta dai giocatori del Pardubice, freschi vincitori del campionato, e alcuni rinforzi; anche con i cecoslovacchi il bilancio parlò di una vittoria (5-2) e una sconfitta (4-2); le ultime amichevoli vennero disputate con l’Austria  che portò a casa una vittoria (4-3) e un pareggio (4-4).

Da organizzatrice del Mondiale Gruppo B la Federazione mirava a ripetere l’exploit di sei anni prima a Ortisei e, soprattutto, centrare la qualificazione alle Olimpiadi di Calgary: le rivali maggiormente accreditate a contrastare i sogni Azzurri erano Polonia e Germania Est, anche se i tedeschi orientali, come spesso accadeva avevano già comunicato la loro rinuncia a partecipare. Gli uomini sui quali puntare erano i portieri Jim Corsi (Varese), Adriano Tancon (Alleghe), i difensori Bob Manno, John Bellio, Erwin Kostner (Merano), Mike Mastrullo (Varese), Gerry Ciarcia, Gaetano Miglioranzi (Asiago), Robert Oberrauch (Bolzano) e gli attaccanti Bob De Piero, Cesare Carlacci, Moe Catenacci (Varese), Rick Bragnalo (Brunico), Connie Priondolo (Alleghe), Grant Goegan (Merano), Cary Farelli (Asiago), Lodovico Migliore (Milano), Mark Stuckey (Fassa), Martin Pavlu, Lucio Topatigh (Bolzano), Luigi Zandegiacomo (Auronzo) e Andrea Gios (Asiago).

Come da pronostico nella gara di apertura l’Italia superò con la Cina (7-3), in panchina c’era anche Chambers che, arrivato la sera prima del match preferì lasciare la guida della Nazionale a Da Rin, come spiegato dallo stesso cortinese:

“Dave Chambers è arrivato su a Mazzin, al Regina Fassa che ospita la Nazionale soltanto mercoledì sera alla vigilia del Mondiale. Dopo la riunione a cena, io e Biasi, il team leader, gli abbiamo presentato i nuovi elementi che non conosceva e lui ha poi detto che preferiva farmi da assistente, o anche andare in tribuna per fungere da osservatore. Questo perché, non avendo potuto arrivare prima a causa dei suoi impegni, non si sentiva di prendere in mano una squadra all’ultimo momento cosa che aveva già annunciato in federazione, ma di cui nessuno qui ci aveva fatto parola”.

Il trend positivo proseguì con l’Olanda di Lou Vairo (8-6), tuttavia in quei giorni si dibatté molto del metro arbitrale: il Presidente della IIHF Günther Sabetzki volle combattere il gioco duro, gli arbitri recepirono la direttiva arbitrando con maggiore fiscalità. Per l’Italia, giocare con direttori di gara così severi, al contrario di quelli utilizzati nel Campionato italiano ritenuti troppo permissivi, costituì un grosso ostacolo che obbligò gli Azzurri a cambiare atteggiamento sul ghiaccio. Il primo stop del torneo lo impose la Francia (3-1) che riuscì a capitalizzare gli abbandoni forzati di Manno, nel primo tempo, per una contrattura alla coscia destra e Migliore, ad inizio secondo periodo, per una distorsione alla caviglia dopo uno scontro in balaustra. Chambers, ritenuto responsabile della sconfitta, subì gli attacchi della stampa: il quotidiano di Bolzano “Alto Adige” pubblicò un articolo dal titolo “Chambers, imputato alzatevi” che mandò su tutte le furie il canadese che minacciò di tornarsene in Canada. Solo a mente fredda il caso rientrò, ma il coach federale decise che non sarebbe più andato in panchina, seguendo le partite dalla tribuna e scendendo negli spogliatoi durante gli intervalli per dare consigli ai giocatori o evidenziare i punti deboli degli avversari.

La soluzione, però, non si rivelò azzeccata, dopo il pareggio con la Germania Est (5-5), che non compromise la corsa alla promozione o alla qualificazione alle Olimpiadi, la situazione precipitò drammaticamente: con l’Austria, in vantaggio al 18’45 con Priondolo, gli Azzurri dovettero subire il ritorno dei biancorossi che tagliarono fuori l’Italia dalla corsa alla promozione. Le proteste sulla conduzione della gara da parte dell’arbitro Hansen non sortirono effetto e la squadra capitanata da Migliore dovette concentrarsi sulla qualificazione Olimpica, anch’essa a rischio. Per continuare a sperare era necessario vincere le ultime gare con Norvegia e Polonia, ma l’ambiente nello spogliatoio non era niente affatto tranquillo:  Da Rin venne accusato da alcuni giocatori di aver rilasciato dichiarazioni lesive nei loro confronti e per questo motivo chiesero che a guidare la squadra dalla panchina fosse Chambers che accettò volentieri scendendo dall’”Aventino”. Ma ancora una volta l’ennesima mossa non fu azzeccata e gli Azzurri cedettero alla formazione scandinava 5-4 e ai polacchi 4-2. La qualificazione alle Olimpiadi di Calgary sfumò; amara consolazione fu quella di veder inserito Corsi nell’All Star Team del torneo.

Ultime notizie
error: Content is protected !!