Amarcord Azzurro: i Mondiali del 1994

Amarcord Azzurro: i Mondiali del 1994

In occasione dei Mondiali di 1a Divisione Gruppo A ospitati dalla FISG a Bolzano, ripercorriamo gli avvenimenti delle precedenti rassegne iridate disputate in Italia.

Conclusi i Giochi Olimpici di Lillehammer, lo staff tecnico rivolse l’attenzione ai Mondiali di Gruppo A, organizzati dalla FISG a distanza di sessant’anni, nelle sedi di Alba di Canazei, Bolzano e Milano; Brian Lefley pianificò il raduno convocando quaranta atleti, tra essi furono inseriti anche Carmine Vani e Bill Stewart, nonostante il primo avesse una doppia frattura ad una mano e il secondo avrebbe dovuto sottoporsi ad un’operazione a un ginocchio. I test mach con Francia (sconfitta per 3-1) e Norvegia (vittoria per 5-0) permisero al coach di effettuare quella scrematura necessaria che servì a rendere nota la lista definitiva dei 23 giocatori composta dai portieri Bruno Campese (Milan), Dave Delfino (Alleghe), Michael “Mike” Rosati (Bolzano), i difensori Christopher “Chris” Bartolone, Georg Comploi, Phil De Gaetano (Milano), Tony Circelli, Mike De Angelis (Milan), Luigi Da Corte (Varese), Giovanni Marchetti (Fassa), Robert Oberrauch (Bolzano), gli attaccanti Paul Beraldo, Mario Chitarroni, Emilio Iovio, Gates Orlando, Roland Ramoser, Lucio Topatigh (Milan), Lino De Toni (Alleghe), Stefan Figliuzzi, Moe Mansi (Varese), Martin Pavlu, Bruno Zarrillo (Bolzano) e Patrick Brugnoli (Gardena).

A due giorni dall’inizio del Mondiale, Mansi dovette abbandonare la squadra e volare a Montreal a causa dell’improvvisa scomparsa del padre, Lefley non nascose il suo rammarico:

“Mansi è importante anche per il nostro spogliatoio, mi dispiace molto per lui e per la squadra”.

Al suo posto venne convocato il suo compagno di reparto del Varese Vezio Sacratini.
Inserita nel girone A, l’Italia giocò nel nuovo impianto del Palaonda di Bolzano, dove debuttò affrontando i mostri sacri del Canada. Il coach non considerò la gara con le “Foglie d’acero” uno svantaggio:

“Il Canada è molto più forte di noi, tutti lo sanno – dice Lefley -. Però affrontarlo alla prima partita è un vantaggio. Loro sono appena arrivati, devono riassorbire la differenza di fuso orario, non saranno al 100%. Più la partita va avanti, più potremmo crescere noi. E poi forse non sarà al completo”.

Dopo il primo goal in power play di Beraldo, al 3’58”, lesto a recuperare un rebound concesso da Bill Ranford sul tiro di De Angelis, le parole del tecnico italiano suonarono profetiche, tuttavia, la formazione canadese non era composta da ragazzini sprovveduti e all’11’, nel giro di 5”, capovolsero il punteggio a loro favore con le reti di Joe Sakic (10’11”) e Geoff Sanderson (10’21”). Yves Racine al 30’17”, in superiorità, e Mike Ricci al 50’16” arrotondarono il punteggio sul 4-1. Il sorriso di Lefley a fine gara fotografò perfettamente il suo stato d’animo, anche se qualche sbavatura venne messa in evidenza:

“Sono complessivamente soddisfatto di come abbiamo giocato, il risultato è più che accettabile, non ci siamo fatti schiacciare. Quello di cui non sono soddisfatto sono le penalità. Troppe. Dovremo gestirci meglio sotto questo aspetto. Oberrauch ha giocato solo nel 1° periodo perché, dopo la 3° penalità inflittagli, ho capito che l’arbitro lo guardava con occhio particolare”.

Subita una pesante sconfitta con la Russia per 7-0, il calendario mise l’Italia di fronte a Nazionali più abbordabili: la prima della serie fu la neopromossa Gran Bretagna, tornata tra i big dopo trentadue anni di assenza; come la Nazionale Italiana, anche i britannici presentarono quattordici oriundi, ma quelli Azzurri fecero subito capire agli avversari da che parte stavano i più forti realizzando tre reti nei primi 9’ di gioco con Beraldo (4’17”), Zarrillo (7’30” in superiorità) e Orlando (8’22”), l’opposizione avversaria fu labile e gli Azzurri dilagarono concludendo il match sul 10-2. Con questo successo l’Italia si portò in quarta posizione in classifica ad un punto di distanza dalla Germania; per accedere ai quarti di finale era necessario ottenere punti con Austria e gli stessi tedeschi e Lefley ne era consapevole:

“Abbiamo 2 match-point, vorrei sfruttare subito il primo”.

L’assistant coach Dale McCourt gli fece eco:

“Se guardiamo solo il valore dei singoli, noi dovremmo essere uin po’ superiori”.

La partenza contratta con gli austriaci costò il goal di Werner Kerth al 16’06”, Figliuzzi rimediò al 19’18” e Topatigh, al 24’10”, intercettato il disco durante un passaggio tra difensori avversari, fu messo in condizioni di portare in vantaggio gli Azzurri, i quali chiusero la partita con il goal di Pavlu al 52’32” ed ebbero la matematica certezza di accedere ai playoff. Scavalcata in classifica la Germania e raggiunto il terzo posto, ai fini della qualificazione qualsiasi risultato sarebbe andato bene, diversa la situazione della Germania che era obbligata a vincere per scongiurare una clamorosa eliminazione, tuttavia i ragazzi capitanati da Oberrauch, davanti ai propri tifosi, preferirono dare spettacolo e confermare la terza piazza del girone con le reti di Topatigh (14’59”), ispirato da un fendente di Orlando, Figliuzzi (15’45”) in contropiede e quella di Chitarroni (51’07”) che rese vano il punto marcato da Ernst Köpf (56’46”). Il successo sui tedeschi sfatò un tabù che durava dal Mondiale del 1935.

Nei quarti di finale l’Italia trovò i campioni Olimpici della Svezia, nessuno si illuse di poterli eliminare, il maggiore tasso tecnico permise loro di accedere alle semifinali con una schiacciante vittoria per 7-2. L’Italia chiuse il suo Mondiale ottenendo uno storico sesto posto, il migliore mai raggiunto dal dopoguerra. A fine manifestazione il Presidente della FISG Paul Seeber si complimentò sia con la squadra, sia con il Comitato Organizzatore:

“La squadra più forte l’abbiamo presentata due anni fa ai Giochi di Albertville. Ma andò male. Questa volta invece la scelta è stata quella giusta. Con Bryan Lefley e il suo staff abbiamo trovato un gruppo tecnico di prim’ordine, la squadra è venuta dopo. Credo si sia ottenuto il massimo possibile. Tre vittorie consecutive, l’ultima sulla Germania, eccezionale perché non ci riusciva da 60 anni. Anche con la Svezia si siamo difesi onorevolmente. Usciamo a testa alta da un mondiale difficile affrontato con una squadra in buona parte rinnovata e con parecchi ragazzi che hanno fatto esperienza”…..”Con due dirigenti come Saviozzi e Ghiretti ero certo che avremmo avuto successo”.

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